Governo diviso

Nel linguaggio politico, si definisce governo diviso quel tipo di situazione politico-istituzionale, tipica dei sistemi presidenziali (dove è spesso definito con il termine “Anatra zoppa elettorale”) ma non solo, in cui il controllo del ramo esecutivo e del ramo legislativo è diviso, rispettivamente, tra due o più schieramenti politici opposti o, nei sistemi semipresidenziali (in cui si chiama “Coabitazione”), quando il ramo esecutivo stesso è diviso tra schieramenti politici opposti, poiché il primo ministro è pressoché diretta espressione della maggioranza parlamentare, mentre il Presidente può non esserlo[1].

La prima situazione può verificarsi anche nel sistema parlamentare, ma spesso non è rilevante, poiché se l'esecutivo non soddisfa o rispetta le richieste del parlamento, quest’ultimo può costringerlo a dimettersi tramite una mozione di sfiducia. In questo caso, tuttavia, qualora la formazione di un nuovo esecutivo non sia istantanea (a differenza della sfiducia costruttiva) è tecnicamente possibile estendere tale condizione anche a questo sistema politico, nel periodo che intercorre tra le dimissioni dell’esecutivo ed il giuramento del nuovo governo (ad esempio nei governi dimissionari di minoranza).

  1. ^ Giulia Simeone, PERCHÉ SI PARLA DI “GOVERNO DIVISO”?, su policlic.it, Policlic.

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